San Francesco d'Assisi amava la festività del Natale sopra ogni altra festa perché il Figlio di Dio, Re della Gloria, veniva nel mondo. Veniva nel mondo a portare la Pace e la Presenza del Signore.
Con il Natale il Figlio di Dio si immerge nella nostra umanità e noi ci immergiamo nella sua presenza dolce, affabile e misericordiosa.
Carissimi e carissime Buon Natale!
Dire Francesco a Natale vuol dire Greccio, in ricordo di quando Francesco volle festeggiare il Natale in un castello in Valle Santa alle porte di Rieti, per ricordare come Dio avesse scelto di far nascere suo figlio tra i poveri, non per malasorte ma per scelta, in mezzo alla paglia col bue e con l’asino, con i pastori e le loro spose accorsi dai monti circostanti: non necessariamente gli ultimi della terra, ma i più sinceri sì, i più veri.
Da questa esperienza straordinaria è nata la devozione e la pratica del presepe, che i frati francescani nei secoli hanno diffuso in tutto il mondo.
Arrivato al ventunesimo anno, il Sand Nativity di Jesolo sbarca ad Assisi con un'edizione interamente dedicata a san Francesco e all'ottavo centenario del Natale di Greccio.
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Come scrive il cardinal Gianfranco Ravasi «Celebrare il Natale non vuol dire solo preparare un bel presepe scolpito con i suoi pastori, con i Magi in lunghe vesti e una gioia celeste soffusa su tutta la scena».
800 anni fa, la notte di Natale del 1223, san Francesco a Greccio volle celebrare il Natale del Signore in una grotta. E a questo scopo fece preparare un altare per la s. messa, fece disporre il bue e l’asino e infine la mangiatoia con la paglia. Grazie alla sua coinvolgente omelia, le persone presenti rimasero così toccate da fare un’esperienza spirituale profonda: il bambino Gesù che giaceva in loro come addormentato per la loro trascuratezza, riprese vita e tornarono a fare esperienza della tenerezza di Dio nelle loro esistenze. A conferma di tutto ciò, un nobile presente, Giovanni Velita, della cittadina di Celano, che aveva aiutato Francesco nei preparativi, ebbe una visione: vide Francesco che tirava su dalla mangiatoia e abbracciava il bambino Gesù.
Da questa esperienza straordinaria è nata la devozione e la pratica del presepe, che i frati francescani nei secoli hanno diffuso in tutto il mondo.
Il presepe di sabbia (Sand Nativity), che il comune di Jesolo (dopo l’esperienza dell’installazione in Piazza san Pietro a Roma nel 2018 e a Matera nel 2019) ha donato quest’anno alla comunità francescana e ai pellegrini e visitatori della Basilica di san Francesco in Assisi, vuole celebrare in modo particolare gli 800 anni del Natale celebrato da san Francesco a Greccio nella notte tra il 24 e il 25 dicembre del 1223.
Il presepe ci parla della tenerezza del Signore Gesù verso l’umanità e ci spinge a riconoscerlo in coloro che sono accanto a noi, soprattutto in chi è difficoltà o è provato dalla vita. È significativo così che a partire dal 7 gennaio, il presepe tornerà a essere semplicemente sabbia, perché esso ci ha rinviati all’importanza delle relazioni con le persone, che sono la nostra unica ricchezza, l’unica cosa che rimane davvero e che ci accompagnano per l’eternità.
Quest’anno anche noi, qui ad Assisi, nella Basilica che custodisce i resti mortali di Francesco, da lui ispirati e per la grazia di Dio, desideriamo rivivere insieme a te la tenerezza e la bellezza dell’amore di Dio fattosi uno di noi in Gesù. Tenerezza dei gesti e bellezza dell’arte andranno mano nella mano: se vuoi unirti a noi, sei il benvenuto, sei la benvenuta!
Realizzato da tre artisti internazionali (David Ducharme, Susanne Ruseler e Ilya Filimontsev), il presepe raffigura la Sacra famiglia con san Francesco che tiene in braccio Gesù Bambino. Dietro, alcuni elementi architettonici di Assisi e il Santuario di Greccio fanno da sfondo